mercoledì 19 settembre 2012

Il gabbiano Jonathan Livingston 


AUTORE: Richard Bach (Oak park1936) pilota dell'aeronautica statunitense, capace di far profondamente trasparire la sua passione per l'aviazione nelle sue opere, è uno scrittore che ha raggiunto popolarità a partire dagli anni settanta. I suoi tre racconti più famosi che si intrecciano pienamente con il mondo dell'aeronautica sono "Straniero alla terra", "Niente per caso" e "Biplano". Il libro che l'ha portato al successo è stato "Il gabbiano Jonathan Livingston". Si lanciò in un matrimonio che andò a finire male, ma dal quale sono nati sei bambini, uno dei quali si chiama Jonathan. Attualmente risiede a Seattle.

GENERE: romanzo breve
EDITORE: BUR ( Biblioteca Universale Rizzoli)
TITOLO ORIGINALE: Jonathan Livingston Seagull
TRADUZIONE: Pier Francesco Paolini
DEDICATO: al vero Gabbiano Jonathan che vive dentro di noi.
FOTOGRAFIE: Russell Munson
GRAFICA: Joan Stoliar
PRIMA EDIZIONE (RIZZOLI): 1977
PRIMA EDIZIONE (BUR): 1994

TRAMA: Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona la massa dei comuni gabbiani, per i quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo, e impara a eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia. Diventa così un simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore; di chi prova un piacere nel far bene le cose a cui si dedica. 
E con Jonathan il lettore viene trascinato in un'entusiasmante avventura di volo, di aria pura, di libertà. 

COMMENTO: Racconto semplice ma nello stesso tempo profondo e intenso; traspare perfettamente la sua grande passione e devozione per l'aviazione, soprattutto per quanto riguarda la motivazione e convinzione del protagonista per raggiungere il suo obiettivo. Riesce a trasmettere una notevole carica emotiva attraverso la lettura metaforica dell'opera che sprona a spingersi sempre oltre i propri limiti per raggiungere livelli che portano ad avvicinarsi sempre di più alla perfezione, mediande sacrifici e buona volontà.


"con questo suo libro Richard Bach mi ha procurato due gioie: mi ha fatto volare e mi ha fatto sentire giovane. Per entrambe gli sono profondamente grato."
                                            Ray Bradbury
CITAZIONI DAL LIBRO

"Puoi arrivare da qualsiasi parte, nello spazio e nel tempo, dovunque tu desideri"

"Ciascuno di noi è, in verità, un'immagine del grande gabbiano, un'infinita idea di libertà, senza limiti."

"Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola."



 Un libro che si legge tutto d'un fiato!

Sara

lunedì 17 settembre 2012


                                          

Felicità


DEFINIZIONE
Condizione di letizia, gioia, soddisfazione relativa alla propria situazione nel mondo.

SINONIMI
Contentezza, compiacimento, gioia, delizia,soddisfazione.
*Da distinguersi dalla beatitudine che è ristretta alla sfera religiosa o contemplativa.

Il concetto di felicità è umano e mondano. 

...nell'antica Grecia


Talete riteneva saggio e quindi felice:
"Colui che ha un corpo sano, buona fortuna e un'anima bene                                                       educata"
Secondo Democrito la felicità era:
"la misura del piacere e la proporzione della vita"
Per Aristippo la felicità consisteva nell'insieme dei piaceri, tesi altamente contraddetta da Platone. Secondo quest'ultimo la felicità doveva essere strettamente connessa con l' aretè (virtù), intesa come la capacità dell'animo di adempiere al proprio compito ossia dirigere l'uomo nel modo migliore.

Aristotele sottolineò il carattere contemplativo della felicità, parlando quindi di beatitudine. Egli riteneva che la felicità includesse la soddisfazione dei bisogni e le aspirazioni mondane. Rendendo più accessibile questo stato di gioia ai saggi. 

Nell'etica post-aristotelica viene evidenziata la felicità del saggio, il quale viene visto come colui a cui basta se stesso. Trovando quindi piena soddisfazione in sè.

Nell'ottica di Plotino, la gioia complessiva coincide con la stessa vita; in particolar modo con il grado più elevato, completo e perfetto di essa, ossia quella basata sull'intelligenza pura e la saggezza. Questo senso di appagamento del saggio non può ne aumentare ne diminuire, in quanto tale stato è da identificare come la beatitudine di cui godono gli dei.


...nella filosofia moderna

A partire dall'Umanesimo la soddisfazione assoluta viene associata al piacere, come accadeva ai tempi di Epicuro. 

Nel settecento Kant riteneva che la felicità facesse parte esclusivamente del sommo bene. Peccato che il bene per eccellenza non potesse esistere sulla terra ma solo in un mondo intelligibile. 

In Inghilterra, nonostante ciò, partendo da Hume e continuando con Bentham cominciava a cambiare l'idea di felicità. Essa infatti riprendeva, alla base della morale, la formula di Beccaria: "la massima felicità possibile nel maggior numero possibile di persone".

Infine Russell, in un libro di carattere popolare, espresse il suo pensiero a proposito della felicità; associandola oltre che alla tradizionale idea anche alla molteplicità degli interessi e sia ai rapporti con le cose sia ai rapporti interpersonali. Codesta definizione si dissocia completamente con l'ideologia degli antichi. 





DAL LATINO

  • Perifrasi mediante l'aggettivo beatus, a, um per indicare piena soddisfazione;
  • felicitas, atis.


La felicità per me!
Secondo me alla base della felicità c'è la soddisfazione personale che dipende da noi stessi. Una volta che riusciamo a trovare l'equilibrio psicofisico, che riesce a toglierci ogni preoccupazione o fastidio, la strada che conduce alla "salvezza" e dritta davanti a noi.
Per raggiungere lo stato di contentezza e gioia da noi acclamato abbiamo bisogno di diversi ingredienti fondamentali come l'amore, l'amicizia, la libertà, uno scopo nella vita lavorativa e privata, una buona istruzione, un pizzico di autoironia,una concreta sicurezza in noi stessi,e l'abilità di riflettere su ciò che si intende fare (ma non troppo!!!).
A mio parere un ipotetico sinonimo di felicità potrebbe essere serenità.


"Credevo che la felicità fosse sempre domani,e poi domani e domani ancoraForse essa è qui.Forse essa è ora.E io ho guardato in qualsiasi altro luogo."
                                                                                                                   Osho 


La felicità non si trova stando soli!

Sara 

sabato 15 settembre 2012

Intimo inizio...

Canzone intima


Che fai, tu? Di tutto.
Che vali, tu? Non so,
presagi, prove,
disgusto, vigore…
Che vali, tu? Non so.
Che vuoi, tu? Nulla ma tutto.

Che sai, tu? La noia.
Che vuoi, tu? Pensare:
pensare per mutare
in notte ogni giorno.
Che sai, tu? Pensare
per mutare di noia.

Che vuoi, tu? Il mio bene.
Che devi, tu? Sapere,
prevedere e potere
che a nulla non serve.
Che temi, tu? Volere.
Chi sei, tu? Ma nulla.

Dove vai, tu? Alla morte.
E a farvi? A terminare
e non più ritornare
alla malasorte.
Dove vai, tu? A terminare.
Ed a che fare? Il morto.


                                    Paul Valéry
                                    Da poesie varie d'ogni epoca, Paul Valéry poesie, Feltrinelli,
                                                traduzione di Beniamino Dal Fabbro.     




Paul Valéry

Questa canzone mi ha colpito appena ho cominciato a sfogliare il libro su cui era scritta. Pagina 160. In alto a sinistra il titolo già la predisponeva bene nei miei confronti, buttato l'occho sui primi versi non ho potuto resistere all'istinto di divorarla.
Ultimo componimento in una raccolta di poesie del celebre poeta francese Paul Valéry, ma non ultimo per quanto riguarda la profondità che si combina con la schiettezza, le quali unite alla comprensiva ed efficace strategia di esposizione delle sensazioni e dei sentimenti, consentono al lettore interessato di arrivare gradualmente a una comprensione di sè più limpida e consapevole. Partendo dalla conoscenza dello stato d'animo corrente.

Ad ogniuno di noi questi versi aprono un differente mondo fatto di emozioni, pensieri, turbamenti, eccitanti sensazioni e impressioni che dipendono dalle esperienze da noi vissute, dal nostro originale modo di riflettere e da ciò che è in grado di colpirci nel profondo senza una specifica motivazione.

In codesto blog vorrei esporre, oltre alla miriade di cose che mi perturbano la mente e a quelle con cui entro casualmente a contatto vivendo, ciò che, personalmente, mi rende immotivativamente felice. Ques'ultimo punto è quello che consiedero più interessante e pieno di terreno fertile.

Oggi a rendermi entusiasta è questa, a mio parere, stupenda canzone. domani ci sarà qualcos'altro e un giono chissà...

Sara